GIAN FERNANDO TOMASELLI

1° Italiano a vincere un titolo mondiale



Ricerca e racconto di Renato Baccanelli

 

Siamo alla fine del 1800, lo sport della bicicletta si era fatto adulto. Più di trent’anni erano passati da quel famoso giorno in cui Parigi teneva a battesimo la prima corsa ciclistica della storia e dopo tanto tempo era ancora la metropoli francese che si trovava al centro del movimento ciclistico internazionale. Dopo i Campionati mondiali a Montreal nel 1899, toccò a Parigi, nel 1900, organizzare la grande rassegna mondiale ciclistica. E fu una manifestazione imponente in quel Vélodrome du Parc de Princes che rimase per molti anni una delle più importanti piste del mondo. Se i mondiali in Canada si erano ridotti alla lotta fra corridori americani e inglesi, quelli di Parigi registravano un concorso di partecipazione veramente imponente. Corridori di tutti i Paesi aderenti alla Union Cycliste Internazionale si erano dati convegno di fronte a quel pubblico che, per esempio, non trovava l’equivalente in altra parte del mondo. La nuova sigla della federazione ciclistica internazionale, proprio in quell’anno, si trasformava da I.C.A. in U.C.I. e la sua sede trasferita in Italia, ad Alessandria, con presidente il belga Emilio De Beukaeler e segretario l’italiano Mario Bruzzone. Nella vita dello sport ciclistico l’Italia entrava a vele spiegate. Già sul piano agonistico aveva presentato due campioni, due corridori di levatura internazionale: Gian Fernando Tomaselli e Federico Momo. Le loro imprese al Gran Premio di Parigi rimangono fulgide gemme del passato del ciclismo italiano. (Da il Campione anno 1957 “La storia del Ciclismo italiano”).

Il corridore bresciano Gian Fernando Tomaselli il 25 giugno 1899 conquistava il Gran Premio di Parigi utilizzando una bicicletta Bianchi. Accoppiato eccezionalmente all’olandese Meyers  conquistava, nel 1900 a Parigi,  il Campionato mondiale tandems, ecco il resoconto della gara.

Le serie eliminatorie sono vinte da Vanoni-Protin, da Jacquelin-Louvet e da Meyers-Tomaselli. Finale a tre sulla distanza di 2000 metri. A 500 metri dall’arrivo Vanoni-Protin partivano di sorpresa prendendo circa 50 metri agli avversari. Meyers-Tomaselli si lanciavano all’inseguimento trascinando alla loro ruota il tandem francese. All’entrata del rettilineo finale Meyers-Tomaselli raggiungevano la coppia belga, ma simultaneamente venivano attaccati da Jacquelin-Louvet. Una lotta delle più emozionanti si ingaggiava allora fra i tre accoppiamenti e dopo un gomito a gomito appassionnte Meyers-Tomaselli pervennero a rimontare Vanoni Protin e a resistere brillantemente, negli ultimi 50 metri, all’assalto finale di Jacquelin-Bouvet. La coppia italo-olandese tagliava il traguardo con una ruota di vantaggio sulla coppia francese, terzi a una ruota i belgi. Gli ultimi 200 metri furono percorsi dai vincitori in 11 secondi netti. (Da “Pagine di gloria del ciclismo italiano 1868-1956” di A. Gardellin).

 

Gian Fernando Tomaselli diventerà, a fine carriera, Direttore della Bianchi sino agli anni ’30.