CARRELLATA DI CICLISMO BRESCIANO



 

Carrellata di ciclismo bresciano

ricerche e testo di Renato Baccanelli

 

 

  

Nel 1886, per iniziativa di Pompeo Besadella e di Anselmo Plachi, un gruppo di sportivi da vita al Comitato promotore per la fondazione della Società Ginnastica Bresciana (la quale tre anni dopo con la presidenza di Tito Baresani, assunse il motto “Forza e Costanza”), e si costituirono le tre sezioni di Ginnastica, Scherma e Alpinismo.

 

L’antesignano

 Un rarissimo cimelio del tempo. Il maestro Alfonso Pastori, all’età di 32 anni, dopo aver compiuto il leggendario viaggio Brescia - Roma e ritorno

 

Alfonso Pastori

nato nel 1843, compie nel 1875 un’impresa reputata, a quei tempi, audace e pazzesca: compie in sella ad un biciclo, su strade impossibili per la polvere, il fango e i ciotoli, nientemeno che il fantastico viaggio da Brescia Roma e ritorno. Un’impresa che se non fosse storicamente documentata sarebbe da collocare nel mondo delle leggende.

Alcuni esperti falegnami specializzati nella costruzione di ruote per carri e carrette, da lui sollecitati, gli misero insieme con mezzi rudimentali un biciclo dalla grande ruota anteriore e piccola posteriore, sul modello dei primi bicicli apparsi in quel periodo. 

 

I pionieri

Giuseppe Moreschi

Nato a Roncadelle il 2 agosto del 1873 è uno dei pionieri del ciclismo italiano, si cimenta contro campioni stranieri del calibro di Zimmerman e Desgrage ed in campo italiano Robecchi, Genta, Ruscelli, Pasta e Bixio.

La sua più importante vittoria il 6 giugno 1893 nell’Allesandria-Acqui-Tortona, gara valevole per il titolo di campione italiano.

Giuseppe Moreschi posa davanti al gagliardetto vinto col successo al campionato italiano velocipedistico di resistenza (Alessandria 1893)

 

Gian Fernando Tommaselli

1° Italiano a vincere un titolo mondiale

Nato a Brescia il 28 marzo 1877, Gian Fernando Tommaselli il 25 giugno 1899 conquista il Gran Premio di Parigi utilizzando una bicicletta Bianchi. Accoppiato eccezionalmente all’olandese Meyers conquista, nel 1900 a Parigi, il Campionato Mondiale tandems. Oltre alle varie vittorie che miete come pistard, sono suoi anche due titoli di campione italiano. Terminata la carriera agonistica diventerà direttore della Bianchi, ruolo che ricoprirà sino a metà anni ’30.

Tommaselli lettera

Tommaselli Gazzetta

 

 

 pista di Alessandria

 Pista di Alessandria, campionati italiani 1897,da sx Pasini, Conelli, Ferrari e Tommaselli

 Pasini-Tommaselli

Il famoso tandem Pasini-Tommaselli che trionfò per anni in tutte le più grandi corse internazionali nei velodromi d’Europa

 

 

Fotocronaca di un epoca

 

Montichiari 1907

Breno-Edolo-Breno

 

 I primi cinquanta’anni

 Dilda

Luigi Capra (Manerbio)                   Egidio Benaglia (Vobarno)

 

Verso il 1905 i pionieri Tommaselli, Tonoli, Truzzi, Radici e Valentini lasciano il campo ad una nuova covata di ciclisti, si mettono in luce Dilda, G. Bianchi, Capra, Favalli, Legari, Valotti, Benaglia, Alberini, Peli e pochissimi altri.

 

 Dilda b    

Giuseppe Dilda (Pralboino)

Esordisce nel 1904, nel 1908 vince la 1a Coppa Zanardelli.

Professionista nel 1910 con la squadra Peugeot, nel 1911 passa alla Bianchi, nel 2012 passato alla Globo si classifica 5° con i compagni  Sala e Bertarelli nell’edizione del giro  d’Italia a squadre vinto dall’Atala.

Partecipa a 4 giri d’Italia

 

 

 

dildac 

 

gara al mare ai monti

Alceo Favalli e Carlo Tironi, gli unici due superstiti bresciani nella corsa del “Secolo”, nel 1910, chiamata “Al mare, ai monti, ai laghi”, subito dopo l’arrivo all’Arena di Milano. La classifica finale li vede rispettivamente 11° e 22° della categoria dilettanti, vinta da Agostoni.

 favalli    

Alceo Favalli

Dilettante dal 1905 al 1913, tra le sue vittorie i Gran Premi di Edolo, Sarnico, Villa Fornaci e Franciacorta, la Brescia-Collio-Brescia e la Brescia-Castiglione-Lodrino-Brescia

 

 

 

 Arturo Montanari

Pur essendo nato a Piacenza nel 1892, ciclisticamente lo si può considerare bresciano.

Innumerovoli i suoi piazzamenti, di rilievo il quarto posto al Giro d'Italia del 1924.

 

   

 

Luigi Mainetti

Nato a Leno l’8 ottobre 1897, il suo esordio nel 1916 coincide con la vittoria nella Milano-Como. Chiamato al fronte si rivede nel 1920 con un 7° posto alla Milano-San Remo, seguono i successi nella Coppa del Re del 1921, il Campionato Italiano Dilettanti del 1922, la Milano-Brescia e la Coppa d’Inverno nel 1923, nel 1924 la Coppa Bernocchi, la Coppa Procaccini e il Campionato italiano indipendenti. Nel 1926 la sua migliore prestazione, 2° nella categoria isolati al giro d’Italia. Nel 1928 abbandona l’attività.

Mainetti

Luigi Mainetti posa dopo la vittoriosa Coppa del re del 1921

 

Osvaldo Meschini  

Nato il 10 ottobre 1902, gareggia dal 1919 al 1929 mietendo tra i dilettanti varie vittorie tra cui per ben tre volte la Coppa Zecchini. Nel 1927 passa professionista con la Bianchi, nel ’28 e ’29 torna a correre tra i dilettanti raccogliendo nuovi allori.

Luigi Codenotti

Nato a Ghedi nel 1902, inizia a correre nel 1921 aggiudicandosi 70 corse fra i dilettanti tra cui spiccano nel 1926 la Coppa Bruni e la Tre Valli Varesine che gli aprono la strada al professionismo con la Bianchi. La stagione non felice e l’obbligo di seguire l’azienda familiare per la morte del padre lo costringono al ritiro

codenotti

Meschini e Codenotti con la maglia agognata da tutti i pedalatori. L’anno 1927 vede i due ciclisti bresciani nel clan professionistico della Bianchi.

 

Benedetto Pola

Nato a Borgosatollo il 17 aprile 1915 a diciotto anni era già qualcuno e precisamente il campione nazionale dei dilettanti. Conquista quel titolo a Genova, nell'agosto del 1933, precedendo Cimatti, Rosi e Bambagiotti. Non ha ancora diciannove anni quando vince sulla pista di Lipsia ('34) il titolo mondiale di velocità dilettanti. Nella finalissima si prese il lusso di battere Arie Van Vliet che doveva vestire per ben tre volte la maglia iridata. Il diciannovenne campione prometteva tanto; era dotato di fisico e di cervello, ed era pronosticato come il dominatore in campo internazionale. Seguì invece un calo che gli impedì di inserirsi stabilmente nell'olimpo dei grandi velocisti di classe mondiale. Nel '36 e nel '37 riesce a riconquistare la maglia tricolore. Giunge 4° alle Olimpiadi del ’36 e ai mondiali del ‘37. Nel 1938, cioè a 23 anni, passa professionista, continua a vincere in campo nazionale: a Milano il 26 maggio conquista il titolo italiano dei professionisti. La guerra frena la sua carriera: è 3° ai campionati italiani del ’41 e ’42, 2° nel ’45 e di nuovo 3° nel ’46. Si ritira nel 1947.

 pola   Lipsia 1934. All’indomani della sua prodigiosa impresa, il diciottenne Benedetto Pola, neocampione del mondo velocità dilettanti, posa con la corona d’alloro.

 

Fulvio Montini

Corridore di Sarezzo esordisce da allievo nel 1932, nel 1938 è ingaggiato dalla Frejus e partecipa al giro d'Italia. Partecipa ad altri due giri d'Italia, nel giro del 1940 veste a Genova la maglia bianca di migliore indipendente d'Italia. Come altri atleti è fermato dalla guerra nel fulgore delle proprie forze, non riprenderà a fine conflitto l’attività ciclistica 
   

 

Renzo Castagneto

(il ciclismo prima della Mille Miglia)

Conosciuto dai più per le vicende della leggendaria corsa automobilistica "Mille Miglia" di cui ne è fondatore. La sua carriera ciclistica iniziata nel 1908 durerà solo quattro anni, in questo breve periodo riuscirà a indossare anche la maglia bianco-celeste della Bianchi. La nuova vita nell'automobilismo gli riserverà maggiori soddisfazioni.

 

Professionisti e campioni Bresciani

del dopoguerra

 

Dal 1945 agli anni '60

 

Lorenzo Nervi

Nato a Cignano il 24 dicembre 1920

Coglie le sue migliori affermazioni in pista. Inizia la carriera da dilettante nel 1938, vincendo nel 1940 il titolo tricolore di velocità; passato professionista viene frenato dalla pausa bellica, alla ripresa agonistica coglie un 3° posto sempre nel campionaqto tricolore velocità; nel 1948 pone fine alla sua carriera.

 

 

 

 

 

 

       

Giro di Catalogna, 10 settembre 1954, Walter Serena impegnato nella tappa a cronometro

 

Walter Serena

Nato a San Zeno Naviglio il 3 aprile 1928

Inizia a correre nel 1947. Dopo una brillante carriera nei dilettanti passa professionista nel 1952 nella squadra Welter, il suo carattere lo spinge a rinunciare ad ambizioni personali ed a intraprendere il duro lavoro del gregariato che svolgerà al servizio di Fornara e Nencini nella squadra Chlorodont. Vince il Giro di Catalogna del 1954. Termina la carriera professionistica nel 1957.

 

 

 

Cesare Olmi

Nato a Chiari il 14 maggio 1925

Per lui il ciclismo è una professione perciò dopo le stagioni dal ’48 al ’50 da dilettante alle dipendenze di Fornara alla Bottecchia, passa subito professionista e si ritaglia un posto da gregario, corre portando a termine tre giri d’Italia

   

 

     

Giuseppe Ogna

Nato a Rezzato il 5 novembre 1933

 

Nel suo palmares fanno parte titoli mondiali, maglie tricolori, medaglie olimpiche, Gran Premi vinti sulle piste del mondo intero.

Inizia la sua attività tra gli allievi nel 1950, passato dilettante nel 1952 a coronamento di tante affermazioni conquista nel 1955 il titolo di campione della velocità, è terzo nella velocità tandem alle Olimpiadi del 1956 a Melbourne.

Dal 1957 al 1961 è professionista con la Bianchi, nel 1958 vince il titolo di campione italiano velocità battendo nella finalissima Antonio Mapes.

 

43° Giro d’Italia, tappa del Cervino, Addo Kazianka taglia vittorioso il traguardo

 Addo Kazianka

L’atleta di Vobarno nasce a Cremona il 12.5.1931.

La sua carriera è un susseguirsi di smaglianti vittorie e pause oscure e prolungate soste a cui seguono riprese da fuoriclasse. Inizia a correre nel 1947 ottenendo da dilettante moltissime vittorie che lo portano nel 1959 ad essere ingaggiato da Coppi per la Tricofilina, nel 1960 passa alla Emi di Gaul, è il suo anno d’oro, nel 1961 alla Vov la sua ultima stagione.

    Ernesto Bono nel 1961 alla    punzonatura del Gran Premio Fonti Pejo

Ernesto Bono

Nato a Ome il 25 aprile 1936

Da dilettante le vittorie nel 1958 del titolo italiano dell’inseguimento e su strada del Piccolo Giro di Lombardia gli aprono la strada del passaggio al professionismo che avviene nel 1959 con la San Pellegrino, il 1961 la sua migliore annata, giunge nono nella classifica finale del Giro d'Italia e grazie a quel risultato viene inserito nella nazionale che partecipa al Tour de France, vince il Trofeo Cougnet conquistando anche tre prove della competizione; tuttavia i risultati più significativi li ottiene nel 1962 e 1963, quando vince rispettivamente una tappa alla Vuelta a España ed una al Tour de Suisse, in cui conclude al quinto posto assoluto nella generale. Il 1964 il suo ultimo anno.

 

 

Attilio Porteri

Nato a Predazze il 30 dicembre 1939

Dopo una brillante carriera tra i dilettanti culminata nel 1960 con la vittoria nel Piccolo Giro di Lombardia, nel 1961 passa professionista con la San Pellegrino, le conseguenze di una caduta in una kermesse lo costringeranno ad un prematuro ritiro dall’attività.
   

 

     

Fedele Rubagotti

Nato a Castrezzato il 9 gennaio 1940

Nel finale di stagione 1961 passa professionista con la Legnano di Edoardo Pavesi con cui gareggerà anche nella stagione 1962

 

Salò 1962, Renato Bongioni sorridente in maglia arcobaleno dopo la vittoria nel mondiale su strada     

Renato Bongioni

Nato a Brescia il 14 ottobre 1941

Inizia a gareggiare nel 1957 nella categoria esordienti dove ottiene tre successi. L’anno successivo è negli allievi ed ottiene dodici vittorie, che diventano sedici nel 1959. Nel 1960 entra nella categoria dilettanti e si aggiudica nove gare. Nel 1961 vince sedici corse e gareggia in nazionale ai campionati del mondo a Berna. L’anno dopo ottiene venti successi, partecipa al Tour de l’Avenir, a Salò si laurea campione del mondo battendo nella prova su strada il danese Ole Ritter e l’olandese Den Hartog. La vittoria gli spalanca le porte al professionismo, in cui correrà dal 1963 al 1968 militando in varie squadre senza però ottenere successi.

 

Gli anni 70' - 80'

 

     

L’arrivo vittorioso alla Milano-San Remo del 1970.

Michele Dancelli porta i colori italiani alla vittoria dopo 17 anni di vittorie straniere

Michele Dancelli

Nato a Castenedolo l’8 maggio 1942

Comincia l'attività dividendosi, come da lui stesso dichiarato, tra il ciclismo e la professione di muratore. Nel 1962, tra i dilettanti, si laurea campione italiano su strada; passa professionista nel settembre dell'anno seguente, appena ventunenne, con la Molteni diretta da Giorgio Albani. Il primo successo arriva il 5 aprile 1964, al Circuito di Col San Martino. Nel 1965 (stagione in cui vince 14 corse) e nel 1966 vince il campionato nazionale su strada, mentre giunge secondo nel 1967 e terzo nel 1968 e nel 1972. In carriera si aggiudica inoltre due importanti classiche, la Freccia Vallone del 1966 e, il 19 marzo 1970, la Milano-Sanremo grazie ad una fuga solitaria di 70 chilometri. Fu la vittoria che riportò gli italiani al successo nella "Classicissima" diciassette anni dopo l'ultima affermazione, quella di Loretto Petrucci nel 1953. Al Giro d'Italia 1970, vinto da Eddy Merckx, si piazza al quarto posto, suo miglior risultato, giungendo peraltro secondo nella classifica a punti; partecipa complessivamente a nove edizioni della "Corsa Rosa", mettendo nel suo palmarès 11 tappe, 4 solo nel 1970, e indossando la maglia rosa di leader per 14 giorni. Nel 1969 partecipa per la prima e l’unica volta al Tour de France, vincendo una tappa, nel 1972 è terzo al Giro di Svizzera. Fa parte della Nazionale per otto volte ai campionati del mondo su strada professionisti classificandosi per due volte terzo, nel 1968 a Imola (1° Vittorio Adorni) e nel 1969 a Zolder. Nel 1971 alla Tirreno-Adriatico cadde rompendosi il femore: da quel momento in poi ottiene solo risultati di secondo piano. Si ritira alla fine della stagione 1974.

 

 

 

Pierfranco Vianelli

Nato a Provaglio d’Iseo il 20 ottobre 1946.

Vive i suoi anni agonisticamente più significativi tra i dilettanti. La sua stagione migliore è quella del 1968, quando alle olimpiadi di Città del Messico si aggiudica per distacco il titolo di campione olimpico su strada e vince la medaglia di bronzo della 100 chilometri a squadre insieme a Giovanni Bramucci, Vittorio Marcelli e Mauro Simonetti. Nel 1968 colse poi altri successi di rilievo vincendo anche il Giro della Valle d'Aosta e la Ruota d'oro, due tra le competizioni più importanti in campo dilettantistico.

   

Vincente sin dalle categorie minori nel 1965 è campione italiano allievi. Non seppe ripetersi tra i professionisti; dopo un avvio promettente, con il settimo posto all'esordio al Tour de France 1969, riuscì a svettare solo nella tappa più importante del Giro d'Italia 1971, vincendo in solitaria sul Großglockner, Cima Coppi e finendo quel Giro al quinto posto. Quel successo, ancorché prestigioso, rimase l'unico nella sua carriera professionistica.

 

     

Davide Boifava

Nato a Nuvolento il 14 novembre 1946.

Buon cronomen, passa professionista nel 1969, svolge principalmente il ruolo di gregario riuscendo però ad ottenere anche successi personali.

Durante il primo anno tra i professionisti vince una tappa al Giro d'Italia vestendo per un giorno anche la maglia rosa e il Giro del Lussemburgo, è terzo al Gran Premio delle Nazioni e in coppia col suo capitano Eddy Merckx al Trofeo Baracchi. Vince una tappa al Giro d'Italia 1971, il Trofeo Matteotti e il Giro di Romagna, oltre ad altri tre podi nel Trofeo Baracchi.

Passato direttore sportivo, alla sua guida Roberto Visentini vince un Giro d'Italia, Giovanni Battaglin un Giro d’Italia ed una Vuelta a España e Stephen Roche un Giro ed un Tour de France.

 

 

Aldo Parecchini

Nato a Nave (Bs) il 21 dicembre 1950

Grande fra i dilettanti: è stato due volte Campione Italiano su strada nel 1970 e 1971, partecipò alle Olimpiadi di Monaco del 1972 nella Prova in Linea nella quale si è ritirato. Passista veloce, professionista dal 1973 al 1980 con tre successi: il più prestigioso la tappa di Nancy al Tour del 1976.
   

 

     

Pierino Gavazzi

Nato a Provaglio d’Iseo il 4 dicembre 1950

Professionista dal 1973 al 1992, Gavazzi era uno sprinter capace di imporsi in volate di gruppo, ma anche uomo da classiche. Il suo palmarès è ricco di successi, tra cui cinque tappe al Giro d'Italia, la Milano-Sanremo del 1980, davanti a Giuseppe Saronni e Jan Raas, tre Campionati italiani

e diverse semi-classiche italiane come la Coppa Placci del 1988, valida come campionato italiano, vinta a 38 anni.

Fausto Bertoglio

Nato a Brescia il 13 gennaio 1949

Tra gli allievi è campione italiano, specializzato in corse a tappe, si mise in luce anche tra i dilettanti: nel 1972 ottiene la vittoria nella Settimana Ciclistica Bergamasca. Nel 1975, al terzo anno tra i professionisti, si impone al Giro d'Italia dopo una lunga lotta con lo spagnolo Francisco Galdós. Veste per la prima volta la maglia rosa al termine della cronoscalata del Ciocco, prendendola al compagno di squadra Giovanni Battaglin, riuscendo a difenderla anche nell'ultima tappa, quella con arrivo al Passo dello Stelvio.

Nello stesso anno si impone anche nella Volta Ciclista a Catalunya e ottiene il secondo posto alla Coppa Bernocchi. L'anno successivo giunge terzo al Giro d’Italia e ottavo al Tour de France, vince la Coppa Placci, e si impone in una tappa della Vuelta Ciclista a Catalunya. Quattordicesimo al Giro del 1978 conclude la carriera nel 1980 come aiutante di Francesco Moser.

  

     

Giuseppe Martinelli

Nato a Lodetto il 11 marzo 1955

Da dilettante nel 1976 conquista la medaglia d'argento nella prova individuale ai Giochi olimpici di Montréal. Professionista dal 1977 al 1985, nei nove anni di carriera da professionista si aggiudica tre tappe al Giro d'Italia e una alla Vuelta a España, oltre a fare sua una Milano-Torino.

Dopo il ritiro dalle corse, avvenuto al termine della stagione 1985, intrapreso la carriera di direttore sportivo, guida grandi campioni tra i quali Marco Pantani e Vincenzo Nibali

 

 

Bruno Leali

Nato a Roè Volciano il 6 marzo 1958

Passato professionista nel 1979 fu per molti anni uno dei punti fermi delle squadre di Davide Boifava (la Inoxpran poi rinominata in Carrera Jeans). Gregario di valore, seppe nonostante il suo ruolo ottenere diversi successi e piazzamenti, tra cui il Giro del Lazio e una tappa al Giro d'Italia.

Il suo anno di gloria nel 1987, quando fece sua la Coppa Agostoni, prova valida per il campionato italiano. Al Giro d'Italia del 1993 indossa per 3 giorni la maglia rosa. Si ritira dalle corse nel 1994 indossando la maglia della Brescialat.
   

Roberto Visentini

Nato a Gardone Riviera il 2 giugno 1957.

Ottiene importanti risultati già nelle categorie giovanili. Come juniores, nel 1975 è campione italiano su strada e vince il mondiale di categoria a Le Chalet-a-Gobet. Da dilettante, conquista il titolo di campione nazionale a cronometro nel 1977. Abile scalatore e cronoman, nel 1980 partecipa alla Vuelta a España vincendo due tappe, tra cui il cronoprologo.

Nel 1978 debutta al Giro d'Italia, conquistando la maglia bianca di miglior giovane in classifica generale. Nel 1979 e nel 1980 conferma le sue doti, piazzandosi rispettivamente decimo e nono in classifica generale, indossando nel 1980 la maglia rosa per sette giorni. Nel Giro d'Italia 1983 è il principale avversario di Giuseppe Saronni, vince la cronometro conclusiva (Gorizia-Udine) e finisce secondo in classifica generale indossando per due giorni la maglia rosa (il suo tempo effettivo finale fu inferiore a quello del vincitore il quale ottenne vantaggio dagli abbuoni di tappa).

Nel 1985 nella corsa rosa, lotta per la vittoria finale con Bernard Hinault, dopo aver vestito per nove giorni la maglia di leader è costretto al ritiro per problemi fisici. Finalmente il 1986 è l’anno buono, conquista la maglia rosa, prendendosi il simbolo del primato sull'impegnativa salita di Foppolo.

Nel Giro d'Italia del 1987 parte favorito, dopo il successo alla prima cronometro, è in testa alla classifica generale, ma il compagno di squadra Stephen Roche lo attacca durante la quindicesima tappa, Visentini si innervosisce e perde maglia sopratutto per un crollo psicologico.

Da quell’episodio in poi vive un periodo di crisi con qualche sporadico piazzamento, chiude la carriera nel 1990. nella sua carriera anche un campionato italiano d’inseguimento nel 1979, il giro del Trentino ed il Trofeo Baracchi nel 1981 e la Tirreno-Adriatico del 1983.

 

     

Paolo Rosola

Nato a Gussago il 5 febbraio 1957

Fin dalle categorie giovanili abbina all'attività su strada quella del ciclocross e la pista, svolgendole entrambe a buon livello. Professionista dal 1978 al 1990 ottiene però su strada le maggiori soddisfazioni e grazie alle sue doti di velocista si conquista una notevole fama soprattutto sulle strade del Giro d'Italia, che lo vedono sempre protagonista praticamente per tutto il corso degli anni ottanta.

In totale conquista alla corsa rosa 12 vittorie di tappa dal 1981 al 1988, un bottino sicuramente notevole se si considera il fatto che si è trovato spesso a duellare negli sprint con avversari molto forti come Giuseppe Saronni, Francesco Moser, Guido Bontempi e lo svizzero Urs Freuler. Si trova a vestire anche la maglia rosa, in due tappe del Giro d'Italia 1983. Oltre alle affermazioni al Giro è riuscito anche ad ottenere alcune vittorie in brevi corse a tappe e nella Milano-Torino nel 1984.

Ha chiuso la carriera professionistica nel 1990 e al termine di essa si è dedicato con buoni risultati alla mountain bike.

 

Guido Bontempi

Nato a Gussago il 12 gennaio 1960

Consegue, nelle categorie giovanili, numerose vittorie sia su strada che su pista grazie alle sue doti di velocista.

   

Passa professionista nel 1981 e inizia subito a farsi valere nelle volate di gruppo vincendo due tappe alla Vuelta a España e una al Giro d'Italia, dove riuscì ad indossare per un giorno anche la maglia rosa; non tralascia l'attività su pista, vince il titolo italiano del keirin ed è secondo al mondiale, nel 1983 è secondo nella corsa a punti.

Su strada intanto continua a vincere tappe nei grandi giri e sulle strade del Giro d'Italia è autore di grandi duelli soprattutto con lo svizzero Urs Freuler e con Paolo Rosola, nel 1986 al Tour de France conquista gli unici tre successi di tappa italiani della competizione. Grazie alle sue doti era in grado di reggere anche su salite brevi ma dure e ciò gli ha permesso di vincere alcune importanti classiche internazionali, come la Gand-Wevelgem (nel 1984 e nel 1986) e la Parigi-Bruxelles vinta nel 1986, e nazionali (si aggiudica per tre volte il Giro del Friuli e per due volte la Tre Valli Varesine e la Coppa Bernocchi) mentre alla Milano-Sanremo sfiora il successo in due occasioni (2º nel 1983 e 3º nel 1987). Nei primi anni novanta, perso il micidiale spunto in volata, si trasforma in eccellente passista capace di cercare la vittoria con la fuga da lontano; ciò gli permettere di vincere altre tappe sia al Giro che al Tour.

Chiude la sua lunga carriera professionistica nel 1995 con il bottino di 80 vittorie su strada.

 

I due professionisti camuni

 

     

Roberto Sorlini

Nato a Darfo BT il 31.8.1947

Promettente dilettante, è secondo al giro della Valle d’Aosta del 1968.

Professionista dal 1970 al 1980 con una onesta carriera da gregario con varie stagioni al servizio di Francesco Moser.

Nel 1971 è secondo nella tappa di Pescasseroli al Giro d’Italia e nel 1973 vince una tappa del giro della Svizzera.
 

Mario Bonzi

Nato a Darfo BT il 27.8.1959

Passato professionista nel 1983 dopo un secondo posto al giro della Valle d’Aosta dei dilettanti, anche per motivi di carattere economico delle società da cui è ingaggiato, non riesce a esprimere il suo potenziale e si ritira al termine della stagione 1985.

   

 

Un pizzico di rosa

 Alla fine di questa lunga carrelata diamo spazio al ciclismo femminile con due campionesse che hanno lasciato il segno non solo nel ciclismo bresciano ma anche in quello mondiale

 

 

Mari Cressari

Nata a Brescia nel 1943

Debutta nel 1962 ed è campionessa italiana di ciclismo su strada nel 1964, 1968, 1972 e 1973 e di inseguimento su pista nel 1973 e 1974. Giunge seconda ai campionati italiani su strada del 1969 e del 1975.

Nel 1972 ottiene a Città del Messico i record del mondo sui 5 km, 10 km, 20 km e sull'ora percorrendo 41,471 km ed infrangendo il record detenuto per 14 anni dalla lussemburghese Elsy Jacobs. Nel 1974 stabilisce al Velodromo Vigorelli di Milano il record del mondo sui 100km.

Le tante affermazioni le valsero il soprannome di Merckx in gonnella.

Conclusa la carriera da atleta è stata direttore sportivo della nazionale femminile per quattro anni e direttore tecnico della pista per due.
   
     

Chiara Mariani

Nata a Breno il 4 gennaio 1976

Campionessa mondiale cronometro individuale Juniores nel 1994 a Quito.

Poco dopo un grave incidente stradale accadutogli in allenamento, mette fine alla sua promettente carriera.